Spesso si pensa alla raccolta differenziata come a una noiosa incombenza che occorre assolutamente portare a termine, pena una multa salata da parte del proprio Comune.
In realtà , è molto più di questo.
Chi ha detto, infatti, che i rifiuti debbano per forza essere gettati nell’indifferenziata? E se ci fosse un modo di trasformarli in qualcos’altro, riducendo così qualunque tipo di spreco?
Per fortuna non si tratta solo di una fantasia o di una speranza. Questo modo esiste davvero e si chiama riciclo.
Dare una nuova vita ai rifiuti consente di limitare le emissioni di gas serra e di impiegare le risorse naturali che abbiamo a disposizione (come acqua ed energia) in maniera più responsabile. L’equazione è semplice: meno inquinamento + consumo responsabile = migliore qualità della vita.
La raccolta differenziata è il primo step del processo di recupero che interessa i diversi materiali. Si può quindi considerare come un piccolo passo verso un mondo più sostenibile e rispettoso dell’ambiente.
Come fare la raccolta differenziata

La chiave per un’efficace raccolta differenziata è differenziare il più possibile! Separare per bene le diverse tipologie di rifiuti aiuta infatti a migliorare le procedure di riciclo e, di conseguenza, a ridurre gli sprechi. Vediamo allora come smaltire i principali materiali con cui abbiamo a che fare quotidianamente.
Raccolta differenziata della plastica
Tutte le volte è sempre la stessa storia. Dove si butta il cartone del latte? E la vaschetta del prosciutto? Dubbi simili possono compromettere il buon esito della raccolta differenziata, perciò è fondamentale chiarirli subito.
La regola generale dice che la plastica destinata al riciclo non deve presentare residui di cibo o di sostanze pericolose (come colla o vernici). Occorre quindi lavare i vasetti di yogurt e le vaschette di hummus prima di gettarle nella spazzatura.
Raccolta differenziata del vetro
È un materiale facilissimo da riciclare, a patto che si adottino un paio di accorgimenti. Innanzitutto, occorre lavare per bene i contenitori prima di buttarli nella campana del vetro.
Questa operazione serve a eliminare qualsiasi residuo organico presente al loro interno. La stessa cosa vale per eventuali etichette di carta e tappi in metallo (o plastica): vanno rimossi e smaltiti negli appositi bidoni.
Attenzione, perché il vetro non è tutto uguale! La composizione delle bottiglie e dei barattoli che troviamo al supermercato è diversa da quella delle lampadine, delle pirofile e degli specchi, che vanno quindi smaltiti in maniera differente.
Raccolta differenziata dell’umido
Nel cestino dell’umido di solito finiscono i residui di cibo, ad esempio gli avanzi della settimana prima o i fondi di caffè dell’ultima cena fra amici. Per non parlare delle verdure ormai andate a male!
In realtà , qualsiasi prodotto definito compostabile (ai sensi della certificazione europea EN13432) può essere gettato tranquillamente nell’umido. Via libera quindi a tovaglioli di carta, fiori secchi e altri materiali di natura organica.
Sono invece banditi i mozziconi di sigaretta, capelli e peli di animali domestici, liquidi e pannolini. Per questo tipo di residui c’è l’indifferenziata.
Raccolta differenziata della carta
Anche la carta, come il vetro, può essere riciclata fino a sette volte. Ecco perché diventa estremamente importante differenziarla al meglio.
Bisogna quindi evitare di gettare la carta forno, i cartoni della pizza sporchi e i contenitori con residui di colla (o di sostanze chimiche) con il resto della carta.
I giornali, libri e quaderni, le confezioni di prodotti alimentari e i cartoni da imballaggio si possono invece riciclare senza problemi. È sempre meglio ridurre i pezzi più grandi in piccole parti, in modo da facilitare la raccolta e le successive procedure di riciclo.
Rifiuti speciali: dove si buttano?
Ci sono alcune cose che proprio non si sa dove buttare. Purtroppo in molti casi, il bidone dell’indifferenziata è l’unica soluzione. Qui dentro finiscono carta e plastica sporche di cibo, ma anche gli spazzolini da denti, la polvere e le lamette da barba.
Cerchiamo però di dare una risposta ai dubbi più diffusi in merito alla raccolta differenziata, ovvero dove gettare certi materiali come:
Polistirolo: la raccolta del polistirolo varia da Comune a Comune e per questo e’ sempre meglio verificare la normativa del proprio paese o città . In generale, le vaschette per alimenti in polistirolo sono differenziate con la plastica. Il polistirolo per imballaggi, usato ad esempio nelle confezioni di elettrodomestici, spesso non viene riciclato. |
Alluminio: la carta stagnola che si usa in cucina è riciclabile, purché priva di tracce organiche. La stessa cosa vale per il tetrapak, che va buttato nel bidone della plastica oppure della carta. Non esiste una regola valida per tutti, ogni Comune segue linee guida differenti. |
Carta forno: di norma si getta nell’indifferenziato, soprattutto se sporca. In alcuni casi, se espressamente indicato sulla confezione, è possibile riciclarla. |
Olio esausto: si tratta di un rifiuto urbano pericoloso e, in quanto tale, dev’essere smaltito nella maniera corretta. Non si getta nello scarico del lavandino né del WC, ma va raccolto in un contenitore e poi trasferito negli appositi punti di raccolta presenti sul territorio. |
I simboli per un corretto riciclo

Quando si hanno dubbi su come dividere i rifiuti, può essere utile dare un’occhiata alle indicazioni riportate sulle confezioni dei prodotti. Dietro a quegli incomprensibili simboli di riciclo potrebbe infatti nascondersi la risposta che stiamo cercando!
Simboli Raccolta Differenziata





Nastro di Moebius: è composto da tre frecce che formano un triangolo e significa che il prodotto è riciclabile. Può essere di colore nero oppure verde.
Simboli della plastica: sono molto simili al nastro di Moebius . All’interno del triangolo c’è un numero da 1 a 6 che indica il tipo di plastica utilizzato per produrre quell’oggetto. Il numero 7 viene usato per differenziare i tipi di plastica che non possono essere classificati nelle prime 6 categorie e che sono difficilmente riciclabili e/o non riciclabili.
Logo RAEE: Il logo RAEE di solito è riportato sui prodotti di natura elettronica. Significa che l’articolo va gettato nei contenitori adibiti alla raccolta di apparecchiature elettriche.
Appiattire dopo l’uso: Il simbolo “Appiattire dopo l’uso” si trova di frequente sulle bottiglie di plastica o sui cartoni del latte. Il significato? Bè, in questo caso è letterale!
Il cestino dei rifiuti: Indica che non bisogna disperdere il prodotto nell’ambiente.
Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo
Come avrete intuito, imparare a fare la raccolta differenziata in modo corretto può davvero dare una grossa mano all’ambiente. Esiste però un altro modo per contribuire alla salvaguardia del nostro pianeta, ovvero consumare in maniera più responsabile.
Ogni prodotto che acquistiamo, ogni crema, vestito, cellulare o contenitore che prima utilizziamo e poi gettiamo via ha un impatto sul resto del mondo, anche se non ce ne accorgiamo. Per produrre ogni singolo oggetto che usiamo (anche solo per pochi minuti) occorrono materie prime, energia, manodopera e moltissime risorse. E tutto questo significa inquinamento e emissioni di CO2.
Ognuno, nel suo piccolo, può fare qualcosa. Bastano piccoli gesti quotidiani per provare a invertire la rotta. Riparare, invece di gettare via. Ma anche preferire prodotti ecosostenibili rispetto a quelli di plastica usa e getta.
Abbiamo tantissime occasioni per fare la differenza, non solo la differenziata. Non sprechiamole!
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